alghe_Klamath1

 

Le microalghe commestibili più diffuse sono spirulina, clorella e klamath.  Spirulina e clorella sono ottimi alimenti, certo di gran lunga superiori agli integratori fatti dall’uomo. 

Tuttavia esse sono solo i parenti poveri delle loro progenitrici selvatiche.  Questo perché, a causa della distruzione degli habitat naturali in cui crescevano spontanee, tutta la spirulina e tutta la clorella oggi reperibili sono coltivate in stagni artificiali con l’aggiunta di fertilizzanti.

La Klamath è a tutt’oggi l’unica microalga selvatica commestibile, ed è dunque l’erede diretta di quella spirulina selvatica che costituiva il segreto della vitalità e della forza dei guerrieri Aztechi.

La Klamath prende il nome dal lago Upper Klamath, in Oregon, collocato all’interno di uno straordinario scenario naturale protetto. Questo lago dalle acque purissime (l’unica città si trova all’estremità meridionale del lago, e i suoi scarichi vanno verso il mare) offre condizioni ideali per lo sviluppo dell’alga, incluso un fondo caratterizzato da depositi minerali organici che arrivano fino a 10 metri di altezza! Il risultato è un supercibo selvatico dalle caratteristiche nutrizionali uniche:

Più di 30 minerali e oligoelementi. Oltre ad essere la massima fonte di calcio, le Klamath contengono lo spettro completo di quei minerali traccia essenziali alla salute.

12 vitamine. Oltre ad un alto contenuto proporzionale di vit. C e vit. E, le Klamath posseggono il gruppo completo delle vitamine B in elevate quantità, tra cui il 200% del RDA di vitamina B12 in soli 1,5 grammi.

20 aminoacidi e 70% di proteine complete.  La Klamath è l’unico cibo in assoluto che contiene tutti e venti gli aminoacidi! La proporzione dei suoi 8 aminoacidi essenziali è praticamennte identica a quella ritenuta ottimale per il corpo umano, il che rende le sue proteine più assimilabili delle stesse proteine animali, e rende i suoi aminoacidi efficaci precursori dei neurotrasmettitori.  E’ anche per questo che le Klamath hanno sempre dimostrato una straordinaria efficacia in tutte le problematiche neurologiche e neurodegenerative.

Antiossidanti. Oltre a numerosi pigmenti antiossidanti, la Klamath ha un elevatissimo contenuto di betacarotene, perfettamente assimilabile e potenziato da ben altri 14 carotenoidi (la ricerca scientifica ha ormai dimostrato che è solo l’insieme dei carotenoidi, e non il betacarotene da solo, ad avere efficacia antiossidante e immunostimolante).

Acidi grassi essenziali. La membrana cellulare della Klamath è un’ottima fonte di Omega-3 e Omega-6, quest’ultimo nella forma ottimale di GLA. E’ anche per questo che la Klamath contribuisce a ridurre i depositi dì colesterolo e trigliceridi, e favorisce la salute del sistema nervoso e del sistema cardiocircolatorio.

In caso di necessità, l’integrazione alimentare con Alghe Klamath può essere utile per apportare quantità significative di minerali, antiossidanti e vitamine, utili per colmare specifiche carenze o soddisfare un aumentato fabbisogno. Buona anche la concentrazione di macronutrienti importanti, come amminoacidi essenziali ed acido alfa linolenico (omega tre).

 

Modo d’uso e proprietà nutrizionali

L’apporto consigliato di alghe Klamath a fini integrativi si attesta nell’ordine dei 2-3 grammi al giorno, arrivando a cinque grammi in casi eccezionali. Il prodotto è disponibile in polvere o capsule; generalmente, se ne consiglia l’assunzione in un’unica dose al mattino deglutendolo con acqua.

Tabella 1

Tabella 2

Per quanto concerne i micronutrienti (vitamine e minerali) ed i cosiddetti phytochemicals, l’alga Klamath può essere considerata a tutti gli effetti una preziosa fonte integrativa, soprattutto per la popolazione vegana o per chi preferisce l’utilizzo di prodotti naturali alla controparte di sintesi.

Come mostrato in tabella, tre grammi di alghe Klamath coprono buona parte del fabbisogno giornaliero relativo ad alcune vitamine e minerali. Anche la vitamina B12, la cui biodisponibilità nelle fonti vegetali è da sempre oggetto di criticismo, potrebbe essere presente nell’alga Klamath in una forma almeno parzialmente biodisponibile, sebbene altri studismentiscano tale ipotesi. Si segnala inoltre la presenza di clorofilla, polifenoli (acido caffeico) e ficocianina, che insieme all’abbondanza di carotenoidi, concorrono ad elevare il potere antiossidante dell’alga klamath. Su queste basi, all’alga klamath viene attribuita una lunga serie di benefici nella prevenzione e nel trattamento di svariate condizioni, in cui l’eccesso di radicali liberi o eventuali deficit nutritivi giocano un ruolo importante.

 Tabella 3

 

Prove di Efficacia e Studi Clinici

Le proprietà dell’alga klamath sono avvalorate anche dai numerosissimi studi sulle singole sostanze nutritive in essa generosamente contenute, che contribuiscono ad elevarne l’utilità salutistica nel contesto di una dieta varia ed equilibrata. Ad esempio, considerati i generosi apporti di acido folico e vitamina B12, l’alga klamath può risultare benefica per i soggetti con alti livelli di omocisteina nel sangue, per questo esposti ad un maggior rischio cardiovascolare.

Il ministero della salute – come risaputo molto prudente nel riconoscere proprietà fisiologiche e/o salutistiche ai vari integratori – inserisce l’alga klamath nella lista delle sostanze ammesse negli integratori alimentari (ulteriore prova a sostegno della sua sicurezza d’uso), indicandola – in riferimento ai sui effetti fisiologici – come utile per il “Normale Tono dell’umore”.

 

Sicurezza d’uso e Controindicazioni

Molto si è detto e scritto a proposito della sicurezza d’uso delle alghe klamath e dei possibili pericoli per la salute del consumatore, appare quindi doveroso fare il punto su questo aspetto, scongiurando eccessivi allarmismi.

Le alghe Klamath (intese come microalghe A. flos-aquae estratte dal lago Klamath) NON sono di per sé tossiche o pericolose per la salute umana. Tuttavia sono soggette alla possibile contaminazione da parte di microcistine: un problema “globale” che interessa la maggior parte delle falde acquifere del pianeta. Come le aflatossine nei cereali ed i metalli pesanti nelle alghe marine (laminaria, fucus ecc.), anche le alghe di acqua dolce o salmastra (spirulina, clorella, klamath…) possono essere contaminate da sostanze tossiche. In particolare, similmente alle aflatossine, la contaminazione da microcistine può causare gravi problemi epatici; per questo motivo le falde acquifere ed i vari integratori vengono sottoposti a continui accertamenti. In alcuni di questi studi, in campioni di A. flos-aquae sono state rilevate concentrazioni di microcistine superiori ai limiti di sicurezza suggeriti dall’OMS per le acque potabili. Tuttavia – considerato che: a) tali limiti sono diverse centinaia di volte inferiori rispetto ai dosaggi rivelatisi tossici per l’animale da esperimento, a proposito dei quali alcuni autori hanno sollevato perplessità circa possibili conflitti di interesse (sottolineando la necessità di stabilire intervalli di sicurezza più ampi, almeno 5 volte superiori, che spegnerebbero qualsiasi polemica riguardante la sicurezza d’uso facendo rientrare nella norma tutti i campioni analizzati), b) non si sono registrati casi di tossicità negli esseri umani derivanti dall’utilizzo di integratori di alga klamath, né in Italia né in altri Paesi; c) l’alga klamath contiene buone concentrazioni di potenziali antidoti naturali (sostanzialmente antiossidanti) contro le microcistine – è bene evitare eccessivi allarmismi: attenendosi alle dosi di assunzione normalmente suggerite (max 4 g/die) il consumatore non dovrebbe correre pericoli significativi per la propria salute (anche se alcuni autori sono giunti a conclusioni meno rassicuranti, affermando ad esempio che: “Ai massimi livelli di contaminazione riscontrati, un rischio per i consumatori può essere previsto a seguito di esposizione cronica o sub-cronica a un ragionevole consumo giornaliero di 4 g.). E’ altresì doveroso precisare che la maggior parte dei campioni analizzati ha dimostrato livelli di contaminazione nettamente inferiori ai limiti prudenziali di potenziale pericolosità; è quindi ingiusto che per l’inosservanza di pochi vengano penalizzate anche le aziende che operano con professionalità per garantire estratti di alghe klamath di qualità e sicurezza superiori

Il fatto che le alghe klamath possano in qualche modo stimolare l’attività del sistema immunitario, impone particolare cautela in corso di malattie autoimmuni (es. sclerosi multipla, lupus, artrite reumatoide ed altre) o concomitante utilizzo di farmaci immunosopressori, che potrebbero renderne controindicato l’uso. L’alto contenuto di vitamina K potrebbe interferire con terapie farmacologiche a base di anticoagulanti cumarinici. Prudenza anche in caso di malattie epatiche.

 

L’alga Klamath e la pelle

I ricercatori del Centro per lo Studio della Cicatrizzazione dell’Università di Milano, diretto dal Prof. Emilio Trabucchi hanno pensato, considerando la sua preziosa fonte di nutrienti, di utilizzare l’AFA (Aphanizomenon flos aquae o alga Klamath) anche in ambito dermatologico, con l’idea di creare un sinergismo tra un nutrimento interno della pelle e un’applicazione esterna degli stessi principi attivi.

Gli studiosi hanno rilevato che la membrana esterna della cellula dell’alga ha una composizione molto simile a quella della pelle umana. Si pensa che questo fatto possa facilitare il passaggio dei componenti dell’AFA, attraverso le cellule cutanee, in profondità nel derma. Negli studi preliminari, sono stati raggiunti risultati statisticamente significativi in termini di idratazione e di ripristino di integrità del mantello cutaneo, confrontando una crema contenente AFA con una crema placebo.

L’idratazione indotta dalla crema contenente AFA ha raggiunto valori maggiori del 33% rispetto alla crema-controllo. I valori di permeabilità cutanea sono risultati inferiori del 20% rispetto al placebo. Secondo gli studiosi questo risultato indica un ripristino più veloce della barriera epidermica superificiale, e una maggiore capacità di difesa della pelle. Inoltre la pelle trattata con AFA è risultata soggettivamente più luminosa e compatta e meno arrossata una volta esposta a stress ambientali.

Si ritiene che anche l’attività antiossidante dell’AFA venga mantenuta in preparazioni topiche, che potrebbe rappresentare, quindi, un valido aiuto nei programmi di prevenzione contro i danni indotti da radiazioni ultraviolette.

Un’applicazione costante del prodotto si ipotizza possa ritardare i segni legati al fotoinvecchiamento e rallentare la comparsa o l’evoluzione di displasie cutanee legate a insulti ripetuti da parte dei radicali liberi.

Fonti: link 1; link 2

 

 

Sole - 4x4cm

 

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