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Guarigione a Distanza ed anche uno, dei tanti, esperimenti a doppio cieco..!

da Istituto Ricerca della Coscienza (Note) Domenica 18 dicembre 2011 alle ore 10.31

(pubblicato su facebook)

 

Elisabeth Targ:

www.etarg.net

 

Esperimento di guarigione a distanza su malati terminali di AIDS presso il California Pacific Medical Centre

 

Più di metà degli studi dimostrano significativi risultati di guarigione (13). Uno studio importante che è diventato un punto di riferimento condotto da Fred Sicher, dalla psichiatra Elisabeth Targ ed altri è stato pubblicato nel Dicembre del 1998 nell’edizione del Giornale Medico Occidentale (The Western Medical Journal) e descrive la ricerca di guarigione effettuata al Centro Medico California Pacific (California Pacific Medical Center) (14). Questa ricerca descrive nei minimi particolari gli effetti terapeutici positivi della guarigione a distanza, o delle intenzioni di guarigione sulle persone affette da forme avanzate di AIDS. In questo giornale medico tradizionale, i ricercatori hanno definito la guarigione a distanza o non-locale come un atto di “meditazione protesa ad agevolare a distanza il benessere fisico e/o emozionale di un’altra persona” aggiungendo che questa pratica “è stata trovata in certe forme in quasi ogni cultura fin da tempi preistorici”. La loro ricerca ipotizzava che un intervento intensivo di guarigione a distanza della durata di dieci settimane fatto da guaritori esperti situati negli Stati Uniti potesse avvantaggiare i risultati medici per una popolazione di pazienti affetti da una forma avanzata di AIDS nella zona de San Francisco. I ricercatori hanno effettuato due studi separati, ripartiti in probabilità e doppio – cieco (double-blind): uno studio pilota che coinvolge venti soggetti di sesso maschile stratificati in base al numero delle malattie di appartenenza AIDS e uno studio replica di quaranta uomini abbinati a coppie con attenzione all’età e al conteggio della cellula T e al numero di malattie di appartenenza AIDS.

Le condizioni dei partecipanti sono stati valutate da testi psicometrici e del sangue nel momento della loro iscrizione, dopo l’intervento di guarigione a distanza ed anche sei-mesi più tardi, quando i medici hanno rivisto le loro tabelle mediche. Nello studio pilota, quattro dei dieci soggetti di controllo sono morti, mentre tutti gli altri soggetti nel gruppo di trattamento sono sopravvissuti. Ma questo risultato è stato probabilmente confuso tramite le distribuzioni disuguali di età nei due gruppi. Nello studio replica, uomini affetti da AIDS sono stati reclutati di nuovo dalla zona della baia di San  Francisco. E’ stato detto loro che avevano le stesse probabilità di essere inclusi o nel gruppo di trattamento o nel gruppo di controllo.Tutti i soggetti sono stati accoppiati in base all’età, al conteggio di CD4 ed anche in base alle malattie di appartenenza AIDS. 40 guaritori a distanza da tutte le parti del paese hanno partecipato a questo studio. Ognuno di loro aveva più di 5 anni di esperienza nel suo preciso campo di guarigione praticata. Erano di appartenenza cristiana, ebrea, buddista,o dei nativi americani o appartenenti alle tradizioni sciamaniche oltre che dalle scuole “bioenergetiche” secolari. Ogni soggetto nel gruppo destinato ai trattamenti di guarigione a distanza è stato trattato da 10  guaritori diversi in un programma di guarigione a rotazione. Ai guaritori è stato chiesto al loro soggetto per circa un’ora al giorno per sei giorni successivi, con le istruzioni di”dirigere un’intenzione di salute e di benessere” verso il soggetto che stavano assistendo. Nessuno dei 40 soggetti sotto studio ha mai incontrato i guaritori né hanno saputo a quale gruppo appartenevano come non lo sapevano neanche i ricercatori, l’assegnazione ai gruppi essendo stata fatta per estrazione a sorte. A metà della ricerca nessun gruppo di soggetti è stato capace di indovinare significativamente se erano o meno nel gruppo di persone trattate con la guarigione a distanza. Comunque, verso la fine della ricerca, c’erano molte meno malattie collegate a quella di base, permettendo che il gruppo di guarigione potesse identificarsi – con significative probabilità! Poiché tutti i soggetti sono stati trattati con la terapia del Triplice-Farmaco, non ci sono stati deceduti in alcun gruppo.

Il gruppo di guarigione ha avuto una qualità di vita significativamente migliore anche a livello medico con probabilità superiori di 100 a 1 su molte misurazioni quantitative, compreso meno chiamate del medico da parte del paziente esterno (185 contro 260); meno giorni di degenza ospedaliera (10 contro 68); malattie meno severe acquisite durante lo studio, come misurato dai segni di gravità della malattia (16 contro 43); e significativamente meno afflizione depressive. La Dott.ssa Elisabeth Targ conclude, “meno ricoveri ospedalieri, poche nuove malattie gravi e la salute soggettiva notevolmente migliorata sostiene l’ipotesi degli effetti terapeutici positivi della guarigione a distanza”. Il redattore del giornale ha introdotto l’articolo nel seguente modo: “l’articolo pubblicato in seguito ha lo scopo di promuovere l’evoluzione della scienza e il dibattito. E’ stato rivisto, modificato e riesaminato dagli esperti conosciuti a livello nazionale nella biostatistica e nella medicina complementare…

 

Altri studi sulla guarigione a distanza

Altri due studi sulla guarigione a distanza sono stati pubblicati in riviste mediche prestigiose. Nel 1988 il medico Randolph Byrd ha pubblicato sul The Southern Medical Journal (Giornale Medico del Sud – Ndt) una dimostrazione riuscita (in doppio – cieco) di guarigione a distanza.

Lo studio ha fatto partecipare 393 pazienti cardiaci del San Francisco General Hospital (Ospedale Generale di San Francisco) (15). E nel 1999, il cardiologo William Harris dell’università di Missouri a Kansas City, ha pubblicato uno studio simile, riuscito, che ha coinvolto 990 pazienti cardiaci. Il suo articolo è comparso su The Archives of Internal Medicine (Gli Archivi della Medicina Interna) (16). I risultati di tutti e tre gli esperimenti clinici sono partiti dalle aspettative statistiche. Tuttavia, il lavoro di Sicher e di Targ ha richiesto meno di un decimo del numero di pazienti implicati nelle ricerche seguenti per ottenere risultati di questa portata.

Attribuiamo come superiore l’effetto di grandezza (effect size) (Z/N1/2) al fatto che Sicher e Targ hanno lavorato con guaritori che avevano ciascuno più di cinque anni di esperienza nella guarigione  distanza, mentre gli altri hanno lavorato con gente ben intenzionata, ma molto meno esperta. Un’analisi dettagliata di 23 studi clinici sulla intercessione della preghiera e su la guarigione a distanza è stato recentemente pubblicata da John Astin ed altri, negli The Annals of Internal Medicine (Annali di Medicina Interna).(17) un esame di 16 studi trovati come adeguati (sufficiente controllo in doppio-cieco) hanno mostrato un formato di effetto di grandezza di 0,4, con un’importanza generale di P 10-4 per 2139 pazienti. Per completare due eccellenti analisi dell’intenzionalità a distanza e di studi di guarigione a distanza sono stati pubblicati in questo giornale aprendo la strada ai ricercatori Marilyn Schlitz, William Braud ed Elisabeth Targ (18,19). Prendendo conoscenza della natura non-locale del nostro universo, Braud recentemente ha congetturato che nelle terapie alternative le nostre intenzioni di guarigione possono realizzare il loro obiettivo  raggiungendo indietro nel tempo “il momento dell’inseminazione” considerato come punto critico per l’inizio della malattia creando così vie alternative che escludono lo sviluppo della malattia. Braud suggerisce che gli stati incipienti della malattia possono essere più attendibili e quindi intervenire in quel punto si possono trovare le vie alternative più suscettibili al cambiamento implementato con la guarigione a distanza (20).

Questa idea di causalità a rovescio è simile a quella precedentemente descritta nei sogni precognitivi, in cui il nostro sogno notturno è “causato” apparentemente dalla conferma che viviamo nel giorno seguente. La fisica moderna sembra indicare che stiamo vivendo in una rete spazio-temporale, dove sia il futuro che il passato stanno spingendo sul presente. Gli scienziati non hanno ancora chiaro come i processi mentali sviluppati con l’intenzionalità personale possano provocare effetti a livello fisico come le contrazioni muscolari. Infatti, rimane un mistero, come la mente invisibile riesca ad influire sul corpo fisico. Ma sappiamo ora che la mente è molto più potente di quello che credevamo precedentemente. La scienza del ventesimo secolo ha documentato che i nostri pensieri influiscono sulle altre persone-che tutti noi siamo collegati tramite la nostra consapevolezza. Non siamo neppure soli nello sperimentare gli effetti dei nostri pensieri! Siamo realmente agganciati ad un Internet psichico – uguale all'”inconscio collettivo” di Jung. Ma gli utenti sono soprattutto coloro che hanno imparato ad arrestare i propri pensieri e fermare la loro attenzione. Questo è valido per tutti quelli che si stanno sintonizzando per accedere ed influire sullo scambio di informazioni.

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